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La Giornata Mondiale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza

Oggi non è un venerdì come tutti gli altri: nella “Giornata Mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, soltanto sei bambini hanno il diritto di entrare nell’Arena per allenarsi insieme a un istruttore FIDAL (Francesco Adamo) e a due istruttrici di sostegno (Beatrice Zuffi e Greta Mortara).


Atletica Meneghina è nata con lo scopo di garantire e diffondere il diritto allo sport, fondamentale per il benessere e lo sviluppo psicofisico di ciascuno, ma le leggi attualmente ci consentono di aprire il portone dell’Arena solo per quest’eccezione. Con la speranza di rivedervi tutti al più presto pubblichiamo, contenti di ricordarli e di praticarli, i dieci punti della “Carta dei diritti dei bambini e dei ragazzi allo sport” (O.N.U. 1992):


•Diritto di divertirsi e giocare

•Diritto di fare dello sport

•Diritto di beneficiare di un ambiente sano

•Diritto di essere guidato da persone competenti

•Diritto di seguire allenamenti adeguati ai miei ritmi

•Diritto di misurarmi con giovani di uguale capacità

•Diritto di partecipare a competizioni adeguate alla mia età

•Diritto di praticare sport in assoluta sicurezza

•Diritto di avere i giusti tempi di riposo

•Diritto di non essere un campione


<< Spesso per spiegare quale lavoro svolgo all’Arena sono “costretta” a ricorrere all’espressione “sport inclusivo”. Mi sento profondamente a disagio nel dirlo perché lo trovo un controsenso: lo sport “esclusivo” non è sport! L’attività sportiva deve essere un atto di liberazione (psicofisica) per chiunque la pratichi. Il mio lavoro consiste quindi nel provare a promuovere e garantire la libertà di espressione di ciascuno, questa libertà passa primariamente attraverso il corpo in movimento inserito in una relazione di altri corpi in movimento. Per questo motivo, mentre affianco un bambino con difficoltà relazionali cerco di rimanere sempre in contatto anche con l’intero gruppo e di mediare, se necessario, le interazioni tra i bambini. Il mio obbiettivo non è terapeutico, ma è piuttosto ludico-ricreativo: la disciplina sportiva dell’atletica ci offre un luogo concreto e simbolico per realizzarlo insieme in un clima di reciproca fiducia.

Continuare gli allenamenti soltanto con i bambini del “Progetto doppia A” da una parte mi rallegra, dall’altra mi rattrista. Nonostante il nostro piccolo gruppo non manchi di far sentire la sua presenza e il suo entusiasmo, l’Arena forzatamente svuotata è assordante. Ci mancate! >>


dalle parole della Dott.ssa Beatrice Zuffi

Responsabile del “Progetto Doppia A – Atletica e Autismo”




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