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Comunicato al Presidente della Regione Lombardia: "Insieme per ricostruire Milano dopo la quara

Alla c.a. On. Attilio Fontana

Presidente Regione Lombardia Con la presente Le inviamo il nostro pensiero a favore della ripartenza delle società sportive affinché si possa, insieme, prevenire e curare le gravi conseguenze che l'inattività fisica sta causando sulla salute psico-fisica dei nostri cittadini. Ci presentiamo.

Siamo un’ASD di Atletica Leggera con più di mille associati, siamo affiliati alla FIDAL e operiamo prevalentemente nel pieno centro di Milano presso l’Arena Civica (attualmente in rifacimento) e in due sedi periferiche, il Centro Sportivo Saini e a Segrate. Ci occupiamo di atletica per tutte le fasce di età, dai 4 anni ai Master, proponiamo attività di avviamento e agonistica, e partecipiamo a tutte le manifestazioni sportive su strada e su pista a livello provinciale, regionale e nazionale. Ci occupiamo anche di inclusione sociale nei confronti di ragazzi autistici e ragazzi in condizioni di disagio sociale. Insieme alla Commissione delle Politiche Sociali abbiamo promosso due progetti presentati a Palazzo Marino il 28 Novembre 2019. Il nostro Team è formato prevalentemente da giovani Laureati in Scienze Motorie e insegnanti di Educazione Fisica che ha deciso, attraverso l’associazione, di dedicare i nostri studi e la nostra passione alla collettività. Nel ruolo di Chinesiologi e Insegnanti, riteniamo sia ora necessario ripartire con l’attività sportiva in quanto le conseguenze dell’inattività rischiano di aggravare drasticamente la situazione attuale, sul piano psicofisico ed economico. Vi spieghiamo come.

È giusto ricordare che l’inattività fisica, già prima della pandemia, ha generato ogni anno con più di un terzo di popolazione non sufficientemente attiva 3,2 milioni di morti (dati OMS), è oggi il fattore di rischio fondamentale di patologie tra le quali: tumori, diabete, problemi cardiovascolari, scheletrici, endocrini e psicologici.

Attualmente, è classificata come il quarto più importante fattore di rischio di mortalità al mondo, causa il 6% di tutti i decessi (superato al momento solo da ipertensione al 13% e dal tabacco 9%) e innalza il rischio di mortalità del 30%. Con le attuali disposizioni di sicurezza non parliamo più di un terzo di popolazione inattiva ma sua quasi totalità, stiamo predisponendo un aumento esponenziale dei danni. Stiamo avvelenando il nostro futuro: i giovani. Gli studi già evidenziano i primi impatti dell’isolamento sociale sulla salute psichica in quanto non possono più crescere all’aria aperta e relazionarsi ai propri coetanei. Non prendiamo la situazione sottogamba. Parliamo del piano economico, gli attuali livelli di inattività fisica gravano pesantemente sul sistema sanitario e si traducono in costi economici annuali di oltre 12,1 miliardi di euro, equivalenti all’8,9% della spesa sanitaria italiana, per un impatto complessivo sull’economia che comprende costi sanitari diretti annuali pari a 1,6 miliardi di euro e costi indiretti pari a 7,8 miliardi di euro (facendo riferimento al valore economico stimato di vita sana persa per malattia e mortalità prematura), cui si aggiungono altri costi legati ai disturbi mentali (depressione e ansia), conseguenza dell’inattività fisica. Ricordiamolo di nuovo, stiamo parlando di dati che prima riguardavano il 33% della popolazione, ora parliamo dell’Italia intera. E l’ipotesi di triplicare l’impatto economico e inserirli nel contesto attuale ci fa rabbrividire. Dobbiamo ripartire. Tutti. Come? Ecco il nostro suggerimento. Partiamo dal presupposto che uno sportivo tesserato è un cittadino responsabile, consapevole delle sue azioni e che sa quello che fa. Diamo a tutti i tesserati sportivi la possibilità di ripartire con l’obbligo di supervisione di un operatore qualificato e lasciamo ai soli adulti l’ulteriore possibilità di farla in piena autonomia.


Così facendo garantiamo tutte le norme di sicurezza e prevenzione nella gestione dell’attività di gruppo e dei più giovani ed eliminiamo alla fonte qualsiasi tipo di iniziativa personale e pericolosa di chi si improvvisa sportivo. Eliminiamo la politica del non si può fare e iniziamo come formatori di un grande paese a responsabilizzare i cittadini e a concentrarci su ciò che insieme che possiamo veramente fare. Fidiamoci. Noi Società Sportive vogliamo collaborare alla ricostruzione e alla ripartenza dell’Italia. Siamo pronti, siamo qualificati. Muoviamoci, insieme, come una vera Squadra. Tornando all’ipotetica ripartenza sportiva, chiediamo al Governo di avere indicazioni semplici e precise che ci permettano di operare in piena serenità, senza zone d’ombra interpretabili. Come ad esempio, sapere il numero preciso che può avere un gruppo di allenamento per ogni istruttore (es. 1 istruttore ogni 12 atleti), la distanza sociale inter e intra i gruppi organizzati, l’accesso ai bagni e spogliatoi degli impianti, l’accesso a un defibrillatore e, possibilmente, eliminare l’obbligo di indossare la mascherina durante l’attività in quanto può aumentare il rischio di traumi cardio-respiratori. Fateci avere un vademecum, oppure stiliamolo insieme, e sarà nostra responsabilità a formare i nostri operatori ed educare i nostri associati. Prima di concludere, ci teniamo a fare una piccola richiesta riguardo l’Arena Civica. Attualmente l’impianto è ancora chiuso a causa della sospensione dei lavori di rifacimento della pista, per un anno siamo stati obbligati a praticare l’attività in mezzo al parco con famiglie, bambini, disabili (ricordiamo che solo noi abbiamo un volume di più di mille associati e famiglie) a ridosso della strada e senza alcuna sicurezza impiantistica. Questo ha avuto un grosso impatto negativo sulla nostra attività e sul bilancio sociale. È necessario stimolare la chiusura dei lavori prima dell’estate. Come rappresentanti dei nostri associati ci teniamo a comunicarvi che le nostre famiglie sono al limite, da un anno a questa parte non hanno più avuto il diritto di poter usufruire di un impianto sportivo pubblico in pieno centro, la tensione da parte loro nei vostri confronti è molto alta e allo stesso tempo non possiamo permetterci di far morire l’attività. Siamo consapevoli che la situazione non è semplice ed è proprio per questo motivo che vi chiediamo di prenderci in considerazione per agevolare il ritorno alla normalità e, ripetiamo soprattutto, prima che i danni causati dalla quarantena possano aggravare la situazione attuale. Vogliamo tornare a prenderci cura della salute dei delle nostre famiglie e formare i nostri giovani. Insieme vogliamo ricostruire il nostro grande Paese.


Fiduciosi di un positivo riscontro, cogliamo l’occasione per inviarvi i nostri più cari saluti.



Prof. Stefano Auletta

Presidente Atletica Meneghina


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